direzione artistica Riccardo Bargellini

Les jouets de Hulk > Mad Musée Liegi

I giocattoli di Hulk – la forza di Franco Bellucci

Franco Bellucci è nato a Livorno il 5 maggio del 1945, anni certamente tra i più duri per la storia della città, devastata dai bombardamenti, e timorosa di fronte allo sfarinarsi del passato. Ma i bambini sono bambini a scapito di qualunque nemico e non c’è adulto che non ricordi com’era bello prima, che non accusi il mondo di cambiare mentre invece è il suo corpo a curvarsi: “bei tempi...” – ricordo questa battuta provocatoria di un signore divertito e malinconico – “quando cascavano le bombe!” Franco Bellucci a 7 anni è colpito da una grave lesione celebrale e internato nel manicomio di Volterra. Il suo tempo miracolosamente si conserva, ma la sua vita diventa vita di reparto, vita di corridoio, di un oggetto che si muove tra gli oggetti. “Oggetto”, perché recluso in una realtà che non verrà modificata fino alla legge Basaglia del 1978 (che sancisce la fine degli internamenti, ma, naturalmente, non l’uscita immediata degli internati), e “tra gli oggetti”, perché Franco non ha mai imparato nessun linguaggio e il suo approccio con il mondo è sempre rimasto esclusivamente visivo e decisamente tattile. A Volterra era famoso per la sua predisposizione a sradicare rubinetti, o perfino termosifoni e, appunto, per la sua forza non comune, per quella necessità irrefrenabile di toccare e modificare la realtà, così bizzarra in lui, quanto normale in ogni essere vivente, dal nido degli uccelli, alle piramidi d’Egitto, fino alle Twin Towers. La città di Livorno riuscirà finalmente ad accoglierlo nel 1999, dove per Franco inizia una vita tutta diversa, tra le stanze aperte del Centro Basaglia – vivacemente diretto della psichiatra Ivana Bianco –, il suo parco, la gente della campagna circostante, e Riccardo Bargellini, responsabile del laboratorio di arti visive, che diventerà presto un altro dei suoi amici. Appena arrivato, naturalmente, devastò il flipper che si trovava nel piccolo atrio dell’ingresso, per scoprirne tutti gli ingranaggi. Non differente dai bambini, che lasciano cadere un oggetto per imparare a conoscere i materiali e la loro relazione con chi li circonda, ma – non dovrebbe sorprendere – con giocattoli consoni alla sua stazza. Senza alcuna stranezza, Franco cammina sempre in compagnia di un giocattolo, era suo fratello a portarglieli, oppure lui stesso a fabbricarseli con qualunque cosa gli capitasse sotto mano. Ancora lo chiamiamo tutti affettuosamente “squalo”, per quello squalo di gomma da cui era inseparabile. Il suo gioco preferito è invece quello di legare, legare oggetti con oggetti, per fabbricare le sue opere, che considera terminate solo quando tutto si tiene, quando nulla sfugge all’insieme, come alla ricerca della cifra esatta della composizione, con spirito decisamente più rinascimentale che postmoderno, come potrebbe apparire dagli insoliti materiali. In assenza di squali, un flacone di plastica può trasformarsi tra le sue mani enormi in una creatura allo stesso tempo viva, esatta e non più modificabile, che si unisce alle gomme per irrigare dei giardinieri, copertoni di biciclette, corde di qualunque tipo, cavi elettrici, fino ai calzini dei compagni di stanza. Franco, dunque, non ha intenzioni estetiche, quanto personalmente funzionali, ma splendide appunto come i giochi e le invenzioni dei bambini che sanno stupirci ad ogni modo, evidentemente, raccontandoci qualcosa di noi che col tempo è andato svanendo senza perdersi del tutto. Dopo anni di lento avvicinamento Riccardo Bargellini è appunto riuscito a stabilire un saldo dialogo con Franco, basato essenzialmente sulla “ricerca degli oggetti”, sulla proposta e lo scambio di giochi e giocattoli, come un incontro alla pari nella memoria e nella creatività, che ovviamente resta tutta di Franco. Riccardo è semplicemente il contatto con un mondo di altri amici e vicini del Basaglia a cui piace contribuire alla libertà di scelta di Franco per proseguire la sua attività scultorea, ovviando alla sua impossibilità di procurarsi autonomamente tutto il necessario. Potrebbe farlo, naturalmente, ma questo vorrebbe dire distruggere il centro! Tutti noi ci occupiamo di favorirgli uno splendido giardino ricco di scoperte.

Valerio Nardoni

FRANCO BELLUCCI
Les jouets de Hulk
esposizione personale
MAD Musée, Parc d’Avroy > Liegi - Belgio
dal 20 gennaio al 14 aprile 2007